Imposte Sportivi Dilettanti: Quanto Bisogna Pagare di Tasse?
Quali imposte deve pagare chi lavora in ambito sportivo? E come fare la dichiarazione?
In quest’articolo spiegheremo quali sono le tasse (o imposte) da pagare se sei uno sportivo dilettante. Se devi fare la dichiarazione dei redditi, con Taxfix fai il tuo 730 online in tutta comodità dal computer di casa o smartphone.
Prima di tutto ti dobbiamo spiegare la differenza tra sportivi professionisti e dilettanti.
Sportivi dilettanti o professionisti?
Per la legge, può essere definito sportivo professionista solo chi:
- pratica una delle discipline etichettate come attività professionistiche dal CONI, come ad esempio il calcio, il ciclismo, il golf e la pallacanestro
- in modo continuativo
- a titolo oneroso.
Accanto ai professionisti, spesso inquadrati come veri e propri lavoratori dipendenti, c’è poi la categoria, molto più ampia, degli sportivi dilettanti.
Tra questi rientrano, ad esempio, gli istruttori di palestre e centri sportivi, i personal trainer, gli atleti e i tecnici di vertice di sport non considerati professionistici dal CONI.
Sono moltissimi: si pensi agli sciatori, ai tennisti, ai giocatori di pallavolo e di rugby, o in generale alle donne, attualmente escluse dallo sport professionistico.
I compensi percepiti dagli sportivi dilettanti sono classificati come redditi diversi e soggetti a obblighi fiscali specifici.
Imposte sportivi dilettanti: le regole da seguire
Per capire meglio, facciamo degli esempi.
Se un istruttore (sportivo dilettante) in un anno guadagna 9.500 euro non dovrà pagare alcuna imposta né sarà obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi. Questo perché i suoi compensi sono inferiori a 10.000 euro.
Se invece i suoi compensi dell’anno ammontano, ad esempio, a 20.000 euro, rientreremo nel secondo caso (redditi superiori a 10.000 euro e inferiori a 30.658,28 euro).
Sulla differenza tra le somme percepite e il limite di 10.000 euro si applicherà una ritenuta alla fonte del 23%.
Quindi, considerata questa differenza:
20.000 – 10.000 = 10.000 euro
L’imposta da pagare sarà pari a:
23% di 10.000 euro = 2.300 euro
Trattandosi di una ritenuta alla fonte, l’imposta viene trattenuta da chi paga il compenso allo sportivo.
Quindi, per continuare con il nostro esempio, l’associazione sportiva tratterrà 2.300 euro dal totale dei 20.000 euro dovuti all’istruttore e li verserà allo stato.
Anche in questo caso, l’istruttore non avrà l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.
L’ultimo caso è quello in cui i compensi dello sportivo dilettante superano i 30.658,28 euro.
Supponiamo che i compensi totali del nostro istruttore arrivino, in un anno, a 45.000 euro.
Le imposte da pagare saranno:
- (30.658,28 – 10.000) x 0,23 = 4.751,40 euro
- (45.000 – 30.658,28) x 0,23 = 3.298 euro
Nella dichiarazione dei redditi, i compensi che eccedono i 30.658,28 euro si andranno poi a sommare al reddito imponibile. In parole povere, la differenza tra 45.000 e 30.658,28 euro (14.341,72 euro) si sommerà agli eventuali altri redditi su cui lo sportivo dovrà pagare l’Irpef, nella percentuale prevista dal suo scaglione di reddito. La ritenuta d’acconto (3.298 euro) sarà quindi sottratta all’Irpef totale dovuta.
Nota bene: se lo sportivo riceve più compensi da società e associazioni sportive diverse, dovrà autocertificare l’importo complessivo percepito presentando il modello di Certificazione Unica.
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