In quali Paesi si pagano meno tasse in Europa?
Italia al sesto posto per pressione fiscale in Ue
Secondo i dati Eurostat, nel 2019 l’Italia si posizionava al sesto posto tra i 27 Paesi dell’Ue, con una pressione fiscale del 42,6%, poco sopra la media Ue del 41,4%. Prima di noi ci sono Austria, Svezia, Belgio, Danimarca e Francia, primo Paese in Europa con una pressione fiscale del 47,4%.
Dove si pagano meno tasse?
Arrivando in fondo alla classifica, ci sono i posti in cui qualsiasi contribuente europeo vorrebbe vivere: il Paese in cui si pagano meno tasse d’Europa è, poco sorprendentemente, l’Irlanda, terra d’approdo delle grandi multinazionali del tech, da Facebook a Google. Qui, la pressione fiscale si ferma al 22,7%. La Romania, dove molti imprenditori (anche italiani) hanno casa, è un altro Stato fiscal-friendly, dove le tasse pesano per il 27,7% del Pil. Medaglia di bronzo per la Bulgaria: dalle parti di Sofia la pressione fiscale è attestata al 27,8%, appena un decimale in più che a Bucarest.
Perché si paga poco?
La ragione per cui un governo decide di abbattere le aliquote fiscali, siano esse per le imprese o per i cittadini, è quasi sempre la stessa: rilanciare i consumi, la produttività e, in senso più lato, dare una spinta all’economia nazionale. La Romania, per esempio, negli ultimi anni ha scelto di abbassare regolarmente l’aliquota Iva per le imprese: nel 2015 l’Iva era del 24%, dal 2016 è scesa al 20% e l’anno successivo al 19%. In questo modo, il governo di Bucarest ha cercato – riuscendoci – di attirare sempre più imprese straniere, ingolosite dal minore impatto delle tasse sui loro fatturati.
Perché si evade?
Ma allora perché siamo uno dei Paesi con la maggiore evasione fiscale? Una prima spiegazione sta nella burocrazia: siamo il Paese Ue dove pagare le tasse è più complicato, assieme a Portogallo e Bulgaria. Come ha rivelato in una sua ricerca il sito economico LaVoce.info, «al gran parte dell’evasione fiscale è spiegabile come scelta razionale, una lotteria che il contribuente può decidere di giocare con l’Agenzia delle entrate: se vince si porta a casa un guadagno sotto forma di imposte non pagate, se perde oltre a pagare quanto dovuto, dovrà corrispondere anche una sanzione». A determinare la decisione di giocare la lotteria possono contribuire una serie di condizioni personali, e una serie di scelte etiche.
La «moralità fiscale»
«Questo comportamento è solitamente definito dagli economisti “moralità fiscale”». Chi decide di pagare tutte le tasse può essere influenzato non solo dal timore dei controlli della Guardia di Finanza, ma anche dal giudizio della comunità (intesa come vicini, amici, parenti o connazionali). La buona notizia è che una ricerca de LaVoce.info ha scoperto che esiste un rapporto di causa-effetto tra i controlli fiscali e la moralità fiscale. In altre parole, «a un incremento della probabilità di controlli fiscali corrisponde un aumento della moralità fiscale media di circa il 10 per cento».