Detrazione spese scolastiche: requisiti e tipologie ammesse
Secondo la normativa fiscale puoi detrarre dall’Irpef il 19% dei costi sostenuti per la frequenza di:
- asili nido (incluse le cosiddette “sezioni primavera” e, nella provincia di Bolzano, i servizi di Tagesmutter)
- scuole primarie (elementari)
- scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e istituti superiori)
- corsi di formazione universitaria (corsi di laurea, corsi di specializzazione e perfezionamento, master, dottorati di ricerca)
- nuovi corsi istituiti ai sensi del DPR n. 212 del 2005 presso i conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati.
Nei “costi sostenuti per la frequenza” rientrano soltanto alcune categorie di spesa. Ecco quali sono detraibili al 19% e quali no.
Per quanto riguarda specificamente i corsi universitari e post-universitari, puoi detrarre:
- le tasse di immatricolazione ed iscrizione (anche per gli studenti fuori corso)
- le soprattasse per esami di profitto e laurea
- i costi di partecipazione a eventuali test di ammissione
- la frequenza dei Tirocini Formativi Attivi (TFA) per la formazione iniziale dei docenti istituiti presso le facoltà universitarie o le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Trasporti: rientrano tra le spese da detrazione anche quelle per il servizio di trasporto scolastico (fornito dal comune o altri soggetti terzi). A partire dal 1° gennaio 2018, è infatti possibile detrarre le spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. La detrazione delle spese sostenute per il trasporto scolastico è però cumulabile con quella spettante per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto menzionati: in questo modo, se un genitore sostiene la spesa per il servizio di trasporto scolastico per un figlio e acquista, anche per lo stesso figlio, l’abbonamento al servizio di trasporto locale potrà fruire di entrambe le detrazioni.
Non sono invece detraibili i contributi pagati all’università pubblica per il riconoscimento di una laurea conseguita all’estero, i libri di testo, gli strumenti musicali, il materiale di cancelleria, il vitto e l’alloggio.
Da sapere: puoi richiedere la detrazione sia per la tua frequenza che per quella dei figli a carico. Se paghi le spese di affitto di studenti universitari fuori sede, hai diritto a un’agevolazione a parte.
Limiti di detrazione per le spese scolastiche 2023
La detrazione del 19% va calcolata su un importo massimo stabilito dalla legge, che varia a seconda del tipo di spesa:
- per l’asilo nido, il limite massimo è di 632 euro per ogni figlio/a fiscalmente a carico
- per la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado (elementari, medie, superiori), il tetto è di 786 euro per le spese sostenute fino al 2018; dal 2019 aumenta a 800 euro
- per la frequenza di università, master, dottorati di ricerca, corsi di perfezionamento e specializzazione ed equiparati, non ci sono limiti di spesa se l’istituto frequentato è statale; per le università private, la spesa massima su cui calcolare la detrazione non può superare i limiti massimi stabiliti ogni anno dal MIUR in base all’area disciplinare e geografica.
Le regole da seguire per poter detrarre le spese scolastiche
Ecco le 3 regole fondamentali per poter richiedere la detrazione:
- devi aver sostenuto le spese di istruzione nel corso dell’anno a cui si riferisce la tua dichiarazione dei redditi (ad esempio, se fai la dichiarazione nel 2023 dovrai riportare le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022)
- devi rispettare l’obbligo di tracciabilità, che interessa molte delle spese detraibili al 19% e si applica alle spese effettuate dal 2020 in poi; tutti i pagamenti vanno effettuati con metodi tracciabili quali bonifici bancari o postali, carte di credito, di debito e prepagate o assegni (se paghi in contanti, perdi il diritto alla detrazione)
- devi essere in grado di documentare le spese in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per scaricare le spese relative all’istruzione o alla mensa scolastica, dovrai conservare copia del bollettino postale o della distinta del bonifico, da cui si evinca:
- il beneficiario dell’importo
- la causale del versamento (ad esempio “servizio mensa scolastica”)
- la scuola frequentata e il nome dell’alunno.
Se hai pagato con bancomat, contanti, buoni pasto o altre modalità, dovrai procurarti una ricevuta con i dettagli sul destinatario del pagamento, l’anno di riferimento, l’importo totale della spesa e i dati dell’alunno. Ricorda che dal 2020 molte di queste forme di pagamento non sono più ammesse ai fini della detrazione.
Chiudiamo con le gite scolastiche: se il destinatario del pagamento è un soggetto terzo come un’agenzia di viaggi, dovrai richiedere alla scuola la delibera di approvazione con i dati dello studente. Se il pagamento è cumulativo, e si riferisce quindi a tutti gli alunni o gli studenti in gita, assicurati che nell’attestazione rilasciata dalla scuola siano specificati i dati di ogni singolo partecipante.
Le risposte ad alcune domande frequenti
Detrazione spese scolastiche: le scuole private rientrano nell’agevolazione?
Sì, il beneficio si applica alle scuole pubbliche e private, nei limiti sopra descritti.
I corsi di musica 2022 sono detraibili?
La detrazione spetta solo se il corso:
- è organizzato dalla scuola per ampliare l’offerta formativa e viene sovvenzionato tramite un’erogazione liberale
oppure
- rientra tra quelli previsti nel DPR n. 212 del 2005, istituiti presso i conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati.
Posso detrarre le spese di frequenza di un’università telematica?
Sì, lo ha precisato l’Agenzia delle Entrate in una circolare del 2016. I limiti di spesa sono gli stessi previsti dal MIUR per le università non statali, e quindi variano a seconda dell’area geografica e della disciplina studiata.
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