- l’imposta di registro
- l’imposta ipotecaria
- l’imposta catastale
- l’IVA sul prezzo di acquisto
- le spese per l’intermediazione immobiliare.
- l’IMU
- gli interessi del mutuo.
Come già accennato, l’accesso ai bonus sulla prima casa dipende da una serie di fattori.
La prima variabile da considerare è il tipo di immobile.
Sono ammesse all’agevolazione le seguenti categorie catastali:
Rientrano nell’agevolazione anche pertinenze come magazzini e depositi, rimesse, autorimesse e tettoie, sia chiuse che aperte (classificati o classificabili nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7), a patto che:
Quelle che sono escluse dall’agevolazione sono invece le abitazioni signorili, le abitazioni in villa e i castelli e palazzi di grande pregio storico e artistico (categorie catastali A/1, A/8 e A/9).
Un secondo fattore da considerare è il venditore, ovvero la persona o l’impresa da cui acquisti la casa.
Se acquisti da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione Iva):
Se invece compri da un’impresa con vendita soggetta a IVA:
Per ottenere la riduzione di queste imposte non è necessario che tu abbia la residenza nella prima casa già al momento dell’acquisto, ma devi assicurarti di:
Un’altra spesa su cui puoi risparmiare è quella di intermediazione, ovvero la somma che paghi all’agenzia immobiliare per i suoi servizi.
In questo caso, il risparmio effettivo è abbastanza esiguo: puoi infatti richiedere una detrazione del 19%, ma su un tetto massimo di spesa di 1000 euro. A conti fatti, il massimo del rimborso che potrai ottenere presentando la dichiarazione dei redditi è di 190 euro (il 19% di 1000 euro, per l’appunto).
Inoltre, non potrai avere lo sconto se sei tu ad aver pagato le spese di agenzia, ma per un familiare a carico (è il caso, ad esempio, di un padre che paga la parcella dell’agenzia per la casa acquistata al figlio).
Da sapere: dal 1° gennaio 2020 la maggior parte delle spese detraibili al 19% è soggetta all’obbligo di tracciabilità.
Per poter detrarre il canone di locazione, dovrai effettuare il pagamento tramite bonifico bancario o postale, oppure attraverso uno degli altri sistemi tracciabili previsti dall’articolo 23 del decreto legislativo 241/97 (ad esempio, con carte di debito, di credito e prepagate, o con assegni bancari e circolari).
Se paghi il canone in contanti, non potrai accedere al beneficio.
Vuoi fare la dichiarazione dei redditi? Dai uno sguardo alla scadenza 730 prevista per quest’anno.
In questo caso, la detrazione ti spetta solo se il compromesso viene registrato. Inoltre, se alla fine della negoziazione le parti non chiudono la vendita la detrazione andrà restituita.
Gli sconti sulla prima casa si estendono anche ad alcune imposte annuali come l’IMU (Imposta municipale propria, relativa al possesso di fabbricati).
Non sei tenuto a pagarla se la tua prima casa è quella in cui risulti residente e domiciliato abitualmente (in altre parole, se la tua prima casa è anche la tua residenza abituale).
Poiché il domicilio abituale è un requisito indispensabile, l’agevolazione sull’IMU decade nel momento in cui dai la casa in affitto.
Inoltre, le regole descritte finora non valgono se la tua prima casa è un immobile di lusso. Su questo tipo di abitazioni, l’IMU va pagata regolarmente.
Da sapere: l’agevolazione sull’IMU era estesa anche alla TASI (la tassa sui servizi indivisibili, ovvero quelli rivolti alla collettività come la manutenzione stradale e l’illuminazione comunale), che dal 1° gennaio 2020 è stata abolita.
Alla prima casa si applica anche l’agevolazione sugli interessi passivi del mutuo, ovvero quelli che paghi alla banca per il prestito ricevuto.
Su questi è prevista una detrazione del 19%; se ti interessa sapere come funziona, abbiamo trattato l’argomento in questo articolo.
Importante: per essere detraibili al 19%, anche gli interessi passivi del mutuo devono essere pagati con metodi tracciabili.
Hai già la tua Certificazione Unica (CUD) oppure ne hai più di una? Scopri se sei obbligato a fare la dichiarazione.
Se al momento della registrazione dell’atto della tua prima casa dichiari il falso, o se non trasferisci la tua residenza nel comune in cui è ubicato l’immobile entro i 18 mesi previsti dalla legge, i bonus sulla prima casa decadono.
In questo caso, dovrai pagare:
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