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Tari 2021: Calcolo, Esenzioni e Riduzioni

Sulla Tari (tassa sui rifiuti) sorgono spesso molti dubbi: chi deve pagarla, il proprietario o l’inquilino? Come si calcola? È possibile richiedere esenzioni o riduzioni?
Proviamo a dare risposta ad alcune delle domande più frequenti.
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Chi paga la Tari?

La tassa sui rifiuti (Tari) serve a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Devi pagarla se hai “il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte operative suscettibili di produrre rifiuti urbani”.

Così recita il sito del Dipartimento delle Finanze, intendendo:

  • per locali, tutte le strutture fissate al terreno e chiuse su almeno tre lati
  • per aree scoperte, le superfici prive di edifici o strutture edilizie e gli spazi circoscritti che non costituiscono parte integrante del locale (escluse le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili e le aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva).

Nel concetto di “detenzione” rientrano anche l’affitto e la locazione; in generale, possiamo dire che è tenuto al pagamento della Tari chi utilizza in via prevalente il locale o l’area scoperta, producendovi dei rifiuti.Se gli utilizzatori sono più di uno (ad esempio, nel caso di più coinquilini in uno stesso appartamento), questi devono dividersi l’onere della tassa sui rifiuti.

Dall’applicazione di questa regola generale deriva che è l’inquilino (o l’affittuario di un locale) a dover pagare la Tari, e non il proprietario.

Fanno eccezione le locazioni e gli affitti per brevi periodi, più precisamente per meno di sei mesi: in questo caso, l’obbligo della Tari resta al possessore (proprietario o titolare di usufrutto, uso, abitazione o superficie).

Come si calcola la Tari?

Per calcolare la Tari, devi tenere presente che questa tassa si compone di due parti:

  • una quota fissa, determinata in base alla superficie calpestabile dell’immobile oggetto di tassazione, alla tipologia di servizi di raccolta e smaltimento rifiuti offerti dal Comune e al loro costo;
  • una quota variabile, stabilita sulla base della quantità di rifiuti prodotti (e quindi dal numero di componenti del nucleo familiare, o in generale dal numero di utilizzatori del locale o dell’area).

Per calcolare la quota fissa, occorre moltiplicare il numero di metri quadri calpestabili per la tariffa prevista per il numero di occupanti. Questa tariffa viene determinata di anno in anno da specifiche delibere dei singoli Comuni.

Riguardo agli occupanti, va precisato che:

  • se chi paga la Tari è residente nell’immobile, il numero di occupanti da considerare è quello registrato negli archivi del Comune;
  • se invece chi paga la Tari non risiede nell’immobile, occorre considerare il calcolo presuntivo del numero di occupanti sulla base dei metri quadri:
    • da 0 45 mq.: 1 occupante presunto
    • da 46 a 60 mq.: 2 occupanti presunti
    • da 61 a 75 mq.: 3 occupanti presunti
    • 76 mq. e oltre: 4 occupanti presunti.

Scadenze, esenzioni e riduzioni Tari

Le regole sul pagamento della Tari sono fissate dai Comuni, con specifiche delibere. Lo stesso vale per le scadenze. Nella maggior parte dei Comuni, la Tari si paga in due rate, con cadenza semestrale.

Sono diversi i casi di esenzione, ovvero quelli in cui non si paga la Tari, e quelli di riduzione, ovvero in cui il tributo è dovuto in misura ridotta.

Tra i piu comuni, citiamo:

  • l’esenzione Tari per casa disabitata
  • la riduzione Tari sulla seconda casa
  • la riduzione della Tari per servizio insufficiente.

Secondo le disposizioni del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), puoi richiedere l’esenzione dalla Tari per gli immobili disabitati e non pagare alcun tributo per i rifiuti, a patto che:

  • per l’immobile non risultino attive le utenze di gas, luce o acqua
  • l‘immobile non sia arredato.

Se invece hai una seconda casa che utilizzi solo per pochi mesi l’anno (e contestualmente risulti residente presso un altro immobile), puoi richiedere la riduzione della tassa sui rifiuti.

Le condizioni sono stabilite dalla Legge di Stabilità 2014, al comma 659, e si applicano a:

  • abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o ad altro uso limitato e discontinuo
  • locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente
  • abitazioni occupate da soggetti che risiedono o hanno dimora all’estero per più di sei mesi all’anno
  • fabbricati rurali ad uso abitativo.

Di solito sono le delibere dei Comuni a stabilire la percentuale di riduzione; se così non fosse, per pagare meno Tari sulla seconda casa dovrai presentare un ricorso.

Un altro caso in cui puoi richiedere la riduzione della Tari è quando il servizio di raccolta dei rifiuti è insufficiente; in questi casi, la tassa è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa.

La riduzione spetta anche in caso di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione (riconosciuta dall’autorità sanitaria) di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.

La Tari può inoltre essere soggetta a riduzione nelle zone in cui non è effettuata la raccolta: la percentuale da pagare è fissata dal Comune e non dovrà superare il 40% della tariffa applicata presso il più vicino punto di raccolta.

Per sapere se puoi accedere ad una riduzione della Tari e come, e a quanto ammonta il risparmio, consulta le delibere del Comune in cui si trova l’immobile.

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Alice Bertolio
da Alice Bertolio
pubblicato il: 22.03.2024
aggiornato il: 22.03.2024

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